Brian Eno: una nota biografica
Brian Eno è divenuto una vera e propria icona della cultura contemporanea internazionale. Artista, musicista, ideologo e system-maker, non ha soltanto scritto, interpretato, registrato e prodotto alcune tra le musiche più originali degli ultimi trent’anni, ma ha anche fondato una filosofia della produzione culturale che collega lo spirito indagatore dell’arte concettuale con le più ampie applicazioni della cultura popolare e della sociologia. Più noto in campo musicale, Eno, musicista, produttore e collaboratore artistico, ha all’attivo, nella sua discografia, alcuni tra i brani più acclamati nella storia della musica moderna. Artisti innovatori e di varia estrazione come John Cale,
David Byrne, Laurie Anderson, David Bowie, Bono, Peter Gabriel, Paul Simon e i Coldplay hanno scelto di lavorare con Eno, ed egli è una delle figure più richieste tra quelle che lavorano nel panorama della musica contemporanea, dalle chitarre del rock alle colonne sonore per film, alla musica elettronica. E tuttavia, la musica è solo uno degli aspetti del suo progetto creativo.
Conferenziere, artista visivo, scrittore, attivista politico e futurologo, gli è stato spesso richiesto da istituzioni e think tank di esprimere le sue opinioni e le sue idee sui soggetti più disparati come il tempo, il futuro delle metropoli, la fabbricazione del profumo o la storia dell’arte. Il suo diario, pubblicato nel 1995 da Faber & Faber, dal titolo A Year With Swollen Appendices, è divenuto un best seller e se ne può ricavare qualche indicazione di grande spessore e originalità sulle sorprendemente varie attività dell’artista.
Nel 1996 contribuisce alla fondazione della Long Now Foundation, un’organizzazione creativa, dedicata a occuparsi le relazioni individuali e sociali del mondo contemporaneo con il tempo, l’accelerazione e l’esperienza.
Le radici di Eno affondano nell’avanzato sistema di educazione all’arte dei secondi anni Sessanta. Il suo coinvolgimento con l’avanguardia musicale di quel periodo può essere considerato la chiave alla base del suo interesse, che ha percorso tutta la sua carriera, nei confronti dei sistemi creativi auto-generativi – una categoria che egli ha approfondito e raffinato circa venticinque anni più tardi, nel 1996, creando il software per la ‘Generative Music’. Anche il ruolo di Eno come membro fondatore del gruppo art-rock Roxy Music, nel 1971, può ancora considerarsi come un debutto fra i meglio riusciti nella storia del pop.
La sua creatività aveva, però, bisogno di un più ampio spazio di sperimentazione all’interno del quale rinnovarsi, libero dai confini che il lavoro specifico all’interno di un gruppo rock impone.
Abbandona i Roxy Music successivamente al loro secondo album, For Your Pleasure, nel 1972, dedicandosi immediatamente a una serie di progetti apparentemente diversi sebbene intimamente connessi.
Due album da solista, Here Come The Warm Jets e Taking Tiger Mountain (By Strategy) armonizzano l’esuberante surrealismo di Eno poeta al suo caldo e melodico stile vocale. I suoi dischi ora leggendari Another Green World e Before And After Science furono realizzati rispettivamente nel 1975 e nel 1977.
Questa composizione meticolosa di canzoni ha sempre corso parallelamente alle registrazioni strumentali – i cui punti di partenza artistici sono strettamente connessi con le nozioni di tempo e di orchestrazione.
Da qui la sua creazione di musica ‘ambient’ – conierà per la prima volta il termine nel 1978 – arricchirà il lessico culturale di uno dei concetti che più hanno connotato un’epoca. All’inizio e a metà degli anni Settanta, le sue registrazioni con il chitarrista dei King Crimson, Robert Fripp – No
Pussyfooting ed Evening Star – stabiliscono un nuovo approccio alla creazione musicale e, fatto ancora più importante, all’ascolto della musica.
Nel 1975, in collaborazione con l’artista Peter Schmidt, Eno sviluppa la ‘Oblique Strategies’ un mazzo di carte da gioco per aiutare gli artisti a risolvere alcuni dei loro problemi. Su ciascuna carta è scritta un’azione o un atteggiamento che riguarda direttamente il processo creativo. Sempre nel 1970 Eno crea la Obscure Records, una etichetta musicale.
Approfittando audacemente della sua notorietà come musicista rock, affronta il ruolo curatoriale in maniera molto innovativa. Eno ha condotto, da solo, alcuni dei più interessanti e importanti musicisti fuori dal mondo dell’avanguardia verso il pubblico più vasto della musica rock. La serie include anche Discreet Music di Eno – la registrazione di semplici varianti di toni, e un esempio fondante di creazione di ‘ambient music’ come genere e come affermazione filosofica, in un certo senso. I dischi della Obscure sono una espressione diretta della esplorazione creativa di Eno nella musica come forma fluida, fisica, economica e concettuale: queste release lo hanno condotto a un ulteriore riconoscimento come un musicista il cui genio ha permesso al fascino del pop di guadagnare parità artistica e intellettuale con il concettualismo, la teoria e system-making.
Alla fine degli anni Settanta, la leggendaria collaborazione di Brian Eno agli album di David Bowie, Low, Heroes e Lodger, unita alle sue serie ‘Ambient’ e ‘Music For Films’, lo hanno incoronato come uno degli spiriti guida dell’immediato post-punk, della musica industriale ed elettronica. Un veterano, pioniere delle forme estreme della creazione musicale, con un interesse che si protrae da tutta la vita per un lavoro che esuli dai ruoli ereditati o prestabiliti. La brillante creatività di Eno poggia sulla sua abilità di stimolare i musicisti verso vie nuove e drammatiche di creatività. Il suo acume come produttore degli U2 – in The Joshua Tree, Zooropa e Achtung Baby! – ha trasformato i componenti del gruppo da ‘anthemic rockers’ in interpreti di spettacoli multimediali, lasciando intatto l’‘anthemic rock’, ma intensificandolo in una versione iperstilizzata. La sua collaborazione con David Byrne, My Life In The Bush Of Ghosts, nel 1981, è ancora considerata come un modello fondante nell’uso della sampling music, molto innovativa, non solo intermini di suono ma anche in termini concettuali.
Tra il 2004 e il 2006, oltre a produrre l’acclamatissimo nuovo album di Paul Simon, Eno ha registrato due dei suoi album più attesi. The Equatorial Stars (2004) lo ha visto lavorare ancora una volta con il leggendario chitarrista Robert Fripp. Poi nel 2005 la realizzazione di quello che è stato considerato il primo album di canzoni, per oltre una decade, Another Day On Earth, ha visto il ritorno alla ricchezza vocale e lirica di Before And After Science e Another Green World.
L’infaticabile creatività di Eno sembra essere potenziata dal bilanciamento degli opposti – sistema e glamour, scienza ed estetica, concettualismo e politica – così al suo continuato lavoro in campo musicale si sono affiancati i progetti ‘site specific’ e ambientali – particolarmente nella forma dell’installazione audiovisiva.
Nel 2006, con il DVD-ROM, 77 Million Paintings, Eno combina il suo costante interesse per i sistemi generativi della creatività con il suo lavoro di artista di installazioni. Creando una successione apparentemente infinita di immagini che si ricombinano e si riconfigurano, grazie alla loro casualità ( randomness), 77 Million Paintings, girato alla massima velocità richiederebbe 9000 anni per essere interamente visto e alcuni milioni di anni se girasse alla minima velocità. Il lavoro audiovisivo di Eno è stato mostrato in eventi internazionali alla Biennale di Venezia, al Centre Pompidou, alla Hayward Gallery di Londra, alla White Cube/Jay Jopling, al Museo della Scienza e al Palazzo di Marmo a San Pietroburgo. Nel 2005 è stato invitato a realizzare un nuovo lavoro per la Biennale di Arte Contemporanea di Lione, The Quiet Club. Installazioni di 77 Million Paintings sono state realizzate a Venezia, Tokyo, Milano, Londra e alla Baltic gallery di Gateshead. 77 Million Paintings contribuisce a stimolare la formazione di un ambiente riflessivo, meditativo e fortemente impegnato, come la maggior parte del lavoro ‘ambient’ e generativo di Eno. Ed è forse proprio nel punto di congiunzione tra arte, scienza, futurologia e politica che le più importanti conquiste di Eno
trovano la loro definitiva combinazione.
Tratto da Michael Bracewell, Brian Eno. A Biographical Note, 2007